Ti invito a fare posto nel tuo cuore a questa urgenza.
<<Ti invito a fare posto nel tuo cuore a questa urgenza...>>, nasce da qui la mia esperienza della Colletta Alimentare 2014.
Un cuore già disponibile all'invito di Papa Francesco non poteva rimanere indifferente alla provocazione di don Juliàn Carròn di qualche settimana dopo: <<E il bisogno che ho è quello di imparare la gratuità in tutti i rapporti, perché mi interessa vivere la gratuità in famiglia, sul lavoro, nella comunità; questo è lo scopo per cui don Giussani mi ha educato alla caritativa>>.
Nel mezzo una serie di fatti imprevisti, eppure palesemente pensati per me, perché quanto accusato a parole potessi intensamente verificarlo pertinente al quotidiano.
Ogni accadimento un volto. L'incontro, dunque, il vero protagonista della <<mia>> personale Colletta. Sorprendente, soprattutto, in occasione di ciascun incontro aver compiuto un percorso di vera conoscenza, quello che sfonda l'apparenza del segno e lo porta fino al suo ultimo significato.
L'incontro con il mio bisogno, anzitutto, l'incontro con il bisogno di mia moglie e di mio figlio, l'incontro con il bisogno dei miei familiari e dei miei amici più prossimi, l'incontro con tantissimi solo per telefono e per <<la prima volta>>.
Sembra scontato ma, tutte le persone chiamate hanno risposto. Lascio stare l'esito, perché la meraviglia è che hanno risposto!
Commovente è stato un anziano volontario di Notaresco, Mario, chiamato appunto da perfetto sconosciuto, chiudemmo la telefonata con un <<Grazie, a domani pomeriggio>>. Il pomeriggio seguente credete che stessi aspettando Mario? No, ma lui arrivò puntuale dal telefono fisso di casa: <<Alessandro? Ciao sono Mario ho tutte le informazioni esatte per te!>>. Una persona di ottant'anni e passa, alla sua età, ha preso sul serio, ha lasciato spazio nel suo cuore per il suo bisogno! Come Mario, così fa Dio con me insistentemente. Non lo attendo, ma Lui arriva comunque e cambia il mio povero istante.
Andrea, un volontario del Banco Abruzzo, incontrato anch'egli a Pescara, prende del materiale destinato per i nostri punti vendita dopo aver cercato di dissuaderlo, perché ritenevo eccessivo lo portasse per mio conto fin dentro la macchina. Mi dice: <<Fallo fare a me, almeno servo a qualcosa!>>. Ci fermiamo a parlare qualche minuto, lo facciamo una seconda volta in un'altra occasione qualche giorno dopo, è provato dalla vita eppure è lì che lotta!
Adamo di Pineto, contattato come referente del Lions Club locale, mai conosciuto prima, viene alla presentazione al Kursaal, incontra amici di amici di un tempo e si rende disponibile per partecipare alla Colletta a Pineto. È rimasto tutta la giornata!
Dante, mio caro amico di Giulianova, lo contatto sapendo che l'associazione in cui presta volontariato non partecipa ufficialmente al gesto. Mi richiama qualche giorno più tardi: <<Allessandro dove è meglio che vada?>>. Il giorno stesso della Colletta lo chiamo sul finire del suo turno, chiedendogli la disponibilità ulteriore presso un altro punto vendita nell'ora di pranzo, accetta senza esitare. Lo incontro dopo la Colletta, lo ringrazio e gli chiedo come era andata: <<Bene, sono tornato a casa alle nove di sera perché nel pomeriggio ho fatto da autista sostituendo una persona che si era sentita poco bene>>.
Tanti come Dante che, chiamati al momento, il giorno stesso della Colletta, hanno risposto a tante emergenze con grande disponibilità di cuore.
Anche nel magazzino il lavoro è stato per molti gravoso, autisti che non hanno fatto mancare il loro apporto, mamme che hanno preparato la cena e aiutato a servirla, ragazzi e bambini hanno animato con la loro ingenua baldanza tutta la giornata. Io stesso in Giuseppe e Giovanni ho avuto da imparare.
Solo alcuni esempi (elencandoli tutti andrei lunghissimo) per rendere più immediato un gesto fatto non di eroismi, piuttosto (riprendendo la Giornata di Inizio Anno) di numerosi istanti dal valore infinito perché dati come e quando l’amore della vita di ciascuno lo ha chiesto. È una disponibilità che si impara e che cresce solo attraverso tutti questi nostri sì, anche piccoli, che per amore abbiamo cominciato a dire.
Non mancano limiti e imperfezioni, circostanze che hanno comunque aiutato e possono rappresentare validi correttivi della prossima eventuale edizione. Un lavoro che chiama la singola persona e che inizia qui nel presente.
A questo proposito rivolgo a tutti noi l'invito a non dare per concluso un gesto paradigma di tutta la vita. Sostenerci con carità reciproca nel duro quotidiano per non cadere nelle solite riduzioni, pretese e lamenti è un'attenzione fra noi da lasciare crescere e favorire. Tutte le persone incontrate, tutti i volontari, più o meno conosciuti, con i quali abbiamo condiviso il turno o l'intera giornata, sono compagni di cammino sempre.
Come è andata, dunque, per me la Colletta 2014? Bene, ho risposto così la domenica mattina alla stessa domanda rivoltami da un amico incontrato meglio in queste settimane. Bene perché sono contento di quanto vissuto e continuo a vivere insieme a voi tutti.